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Essere influencer non è un lavoro. Ma ne siamo proprio sicuri?

“Solo qualche anno fa, era impensabile che un semplice blogger guadagnasse 1.000 euro per un post sul suo blog o che un ragazzino di 18 anni firmasse un contratto con la Disney in virtù del fatto che è popolare tra i ragazzini di YouTube. Oggi, tutto questo è realtà”.

Abbiamo scelto un breve passo di un articolo di Skande, alias Riccardo Scandellari, che riassume in poche righe il motivo per cui essere un influencer è un vero e proprio lavoro. Non basta essere bravino con la fotocamera dell’ultimo Iphone o conoscere a memoria tutti i filtri di Instagram. Non è nemmeno una questione di Generazione Z. Per diventare influencer ci vuole molto di più e oggi ti faremo conoscere i retroscena di questa giovane e gettonata professione.

Influencer: tutte le sfaccettature della professione

Quando nel 2019 è rimbalzata la notizia del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione curriculum Influencer, l’opinione pubblica è rimasta sgomenta. In fondo per essere influencer non si deve mica studiare? Molti saranno stupiti dal sapere quanto impegno, lavoro e dedizione siano necessari per emergere nel mare magnum dei web influencer. Ed emergere non significa soltanto ottenere qualche migliaio di like a un post, ma lavorare per ricoprire un ruolo ben preciso in una nicchia di utenti che hanno grandi aspettative e poca attenzione nei confronti dei contenuti fruiti sui social media.
Quindi, come possiamo riassumere concretamente il lavoro dell’influencer?

Trasforma le passioni in competenze 

Partiamo dal presupposto che se vuoi iniziare una carriera da fashion blogger, o come influencer nel beauty o nel wine è ovvio che la materia devi conoscerla. Influire sulle scelte degli altri è una cosa seria ed è possibile solo se dimostri di avere esperienza e anche un pizzico di talento, che non guasta mai. Ovviamente non parliamo dei soliti “guru del settore a 360°”, ma di creator in grado di unire passione e lavoro per informare ed educare gli altri.

 

Studia il mercato e il pubblico di riferimento

Ogni mercato si evolve e risponde a logiche spesso inaspettate — basti pensare al 2020 e a cosa ha comportato il Covid-19. Gli influencer sono diventati un elemento chiave nelle strategie di tantissimi brand grazie alla loro capacità di sapersi evolvere e adattare alle esigenze del pubblico. Ad esempio, tante sono le mascherine protettive pubblicizzate durante l’anno da micro-influencer di lifestyle (e non solo), diventando determinanti nelle decisioni di acquisto, grazie alle informazioni e ai video tutorial rilasciati.

 

Conosce e sperimenta ogni giorno nuovi strumenti e formati

Ciò che è nuovo oggi, sarà già vecchio domani. I social non perdonano e restare indietro significa perdere terreno, soprattutto per chi sta ancora costruendo una credibilità. Essere attenti a tutte le novità richiede un gran lavoro: dalle stories, alle dirette, ai reel è importante studiare e ponderare tutti gli strumenti che possano essere utili ad implementare la strategia e ad alzare l’asticella degli insights.

 

Crea contenuti utili per la sua community 

Qualità è ormai la parola d’ordine. La citazione evergreen “Content is king” è il mantra di chi si occupa di Influencer Marketing. Essere un creator non richiede solo tecnica e strategia, ma anche tanta sostanza. Questo significa che ogni contenuto deve essere ideato pensando con la testa degli utenti che lo vedranno, sia esso un’infografica su Pinterest o una caption di Instagram. Ma non solo. Deve saper interagire con i suoi follower, coinvolgendoli con sondaggi, richiamando la loro attenzione con video in diretta o semplicemente rispondendo ai loro commenti per dare ad ognuno l’importanza che merita nella community. 
Insomma, sei un influencer se sai fare la differenza e per farlo devi dare al tuo pubblico ciò che gli altri non danno.

 

Sa leggere i dati

Assodato che la strategia e i contenuti siano fondamentali, l’influencer deve saper leggere le sue azioni attraverso dati concreti. Prescindendo dalle vanity metrics, come i like o i clic sul post, le aziende sono sempre più attente al ROI. Secondo l’ultimo report dell’Onim, nel 2020 il 12,3% dei brand ha stabilito come KPI principale l’impatto sulle vendite, per quanto l’engagement resti saldo in testa alla classifica al 36,2%.

 

Crea e anticipa le tendenze 

Un vero influencer è anche colui che i trend non li segue, ma li crea. Dai capi di abbigliamento, ai colori di un make-up, a nuove espressioni lontane dal gergo comune. Diremmo una bugia se almeno una volta non ci siamo lasciati conquistare da un maglione o da un paio di scarpe che mai avremmo pensato di indossare prima di uno specifico post incontrato nel feed di Instagram.

Ora sai cosa c’è dietro il lavoro di un influencer. Se ti riconosci in questi sei punti, invia la tua candidatura per entrare nella community di Jungler, la startup che connette aziende e influencer in tutta Italia.

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