Nel 2021 la parola body positivity ha avuto il picco storico di ricerche su Google. Lo ha annunciato il colosso di Mountain View nel suo report Year in Search 2021, rilasciato, come ogni anno, all’inizio di dicembre. Ma il trend di ricerche legate all’argomento aveva iniziato la sua ascesa già a cavallo del 2010 e 2011, quando il termine body positive ha fatto la sua comparsa sui social grazie a un gruppo di attiviste afroamericane.
Il loro hashtag #bodypositiviy ha dato il la a una vera rivoluzione nel mondo del Marketing e della Comunicazione, e i social e gli influencer hanno avuto un ruolo centrale nella sua diffusione.
Cosa significa body positivity
Secondo il dizionario di Cambridge body positivity significa
sentirsi bene con il proprio corpo e il proprio aspetto.
Il movimento body positive, con attivisti e attiviste in tutto il mondo, promuove proprio l’accettazione di sé e l’amore per il proprio corpo e la propria unicità.
Le etichette di bellezza perfetta create dai media e soprattutto dai brand della moda iniziano a sciogliersi, lasciando spazio a una dimensione realistica in cui ogni persona è libera di accettare e vivere il proprio corpo.
L’argomento ha trovato terreno fertile soprattutto in social media come Instagram, il più popolato da creator uniti nella lotta al body shaming.
I due fenomeni viaggiano, infatti, su binari paralleli: se da un lato i social sono stati un terreno fertile per promuovere l’accettazione del corpo in ogni sua forma, dall’altro sono stati anche fucina di critiche e attacchi verso i corpi ritenuti “non canonici”.
Sovrappeso, eccessiva magrezza, seno piccolo, smagliature, cicatrici, vitiligine, disabilità, colore della pelle: sono stati tutti oggetto di scherno e disprezzo da parte di leoni da tastiera, pronti ad attaccare chiunque fosse diverso dalle modelle in copertina o sulle passerelle.
Per fortuna, negli ultimi anni i brand, gli influencer e anche le autorità nazionali hanno preso posizioni nette a riguardo, diventando portavoce di una bellezza senza più stereotipi.
Che ruolo hanno i social nel sostegno al body positive
I social sono stati oggetto di forti discussioni pedagogiche: stigmatizzati come la rovina della società, spesso ci dimentichiamo che sono solo un mezzo ed è il loro utilizzato sbagliato a dover essere corretto.
In Norvegia, per esempio, è stata emanata una legge che impone a brand e creator di comunicare l’utilizzo del fotoritocco nei post sponsorizzati o frutto di una comunicazione commerciale.
L’iniziativa si innesta sulla scia delle ricerche svolte anche dalla Mental Health Foundation, secondo cui “iI 37% dei ragazzi intervistati, ha dichiarato di essersi sentito in imbarazzo per il loro fisico. Inoltre, il 25% di essi affermano di sentirsi così stressati per la loro apparenza da perdere il controllo” (fonte marketingignorante.it).
È chiaro come ci sia sempre più bisogno di modelli positivi, soprattutto nella Generazione Z, la prima a vivere un’esposizione mediatica di massa dovuta all’avvento dei social media.
Parlare della body positivity e compiere delle azioni concrete non è più una scelta ma un dovere nei loro confronti e nelle generazioni future.
3 esempi di Influencer body positivity
Parlavamo di modelli postivi ed eccoli qui. Abbiamo scelto tre nomi che hanno avuto un ruolo importante nella diffusione del movimento body positive in Italia e all’estero.
Murielxo
All’anagrafe Muriel Elisa De Gennaro, è una YouTuber classe ’96, oggi voce di migliaia di ragazzi italiani sulle tematiche body positivity e LGBTQ+. Buzzoole la definisce “portavoce dell’inclusività sotto ogni punto di vista”. Un’ambasciatrice non solo di una nuova visione del corpo femminile, ma anche del sentirsi bene con sé stessi senza temere il giudizio degli altri. Una paladina che sprizza colore e gioia da ogni post.
Laura Brioschi
Modello curvy in Italia e in Europa, Laura Brioschi ha fondato l’Associazione Body Positive Catwalk con la missione di normalizzare i corpi umani e di “far star bene ogni persona nella propria pelle”. Dal 2018 raduna giovani in tutte le piazze europee per diffondere uguaglianza e combattere il bullismo, di cui il body shaming fa parte.
Bebe Vio
Campionessa di scherma, è un’influencer nel senso più ampio del termine. Con la sua positività, la sua grinta e la sua tenacia Bebe Vio ha davvero scardinato ogni pregiudizio nei confronti del suo aspetto fisico, diventando testimonial di beauty brand come L’Oréal Paris. Medaglia d’oro alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, racconta la sua vita e i suoi “difetti fisici” con leggerezza. In ogni post sui social usa la chiave dell’autoironia, dimostrando come gli unici limiti alla felicità e ai traguardi che possiamo raggiungere non sono fisici ma mentali.
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