Gli ultimi mesi hanno generato cambiamenti significativi nel mercato dell’influencer marketing. I vari “influencer-gate”, il tavolo tecnico dell’AGCOM ancora in corso, le campagne supportate dall’intelligenza artificiale stanno riscrivendo le regole del gioco, lato professionisti del settore e lato brand. Cosa ci aspetta nel prossimo futuro? Ecco tre risposte dal nostro team.
1. Il social listening guiderà anche la scelta degli influencer
Selezionare l’influencer giusto è la chiave di volta di una campagna di influencer marketing. Dopo gli scossoni che hanno interessato tanti influencer e vip (vedi la polemica di Selvaggia Lucarelli sui prodotti #gifted e #supplied o le inchieste dell’AGCOM sui fuffaguru), le aziende hanno iniziato a capire quanto l’influencer non sia un’entità immune agli errori e alle critiche. Se da un lato le celebrity portano con loro uno stuolo di follower, dall’altro la credibilità, i valori, la trasparenza non sono più negoziabili per mantenere viva la fiducia dei consumatori, e per rispettare le normative che regolano il settore.
Per evitare di essere trascinati in un’ondata di shaming, effettuare un attento social listening a inizio campagna, per conoscere a fondo l’influencer, è la soluzione per prevenire – almeno in parte – sorprese sgradite. Come farlo? Partendo da alcune domande:
- I follower degli account sono reali?
- Il livello di engagement è in linea con la media?
- Quali collaborazioni ha all’attivo l’influencer? Da quanto tempo?
- I post sponsorizzati sono corredati dagli hashtag previsti dall’AGCOM?
- Qual è il sentiment dei commenti sotto ai post?
- Le attività di beneficenza sono state organizzate in modo trasparente?
- I valori dell’influencer sono ben chiari? Li ha portati avanti con coerenza nel tempo?
Dopo aver valutato la corrispondenza tra il pubblico dell’influencer e il tuo target, poniti queste domande prima di fare il passo successivo e proporre una collaborazione. Supporta le tue ricerche con strumenti di analisi professionali o affidati ad agenzie specializzate che sappiano certificare l’affidabilità degli influencer con una consulenza mirata. La trasparenza per un brand è sinonimo di affidabilità, soprattutto nelle nuove generazioni, e il social listening è il miglior strumento per coltivarla.
2. I micro-influencer prenderanno la fetta maggiore delle aziende
Gli influencer con un seguito compreso tra i 10k e i 100k follower hanno conquistato negli ultimi anni quasi il 50% delle campagne di influencer marketing e prevediamo che questo trend continui a crescere, anche in virtù dell’aumento dei costi dei profili celebrity.
Il panorama economico italiano è popolato principalmente da micro-imprese, i cui budget pubblicitari sono studiati in dettaglio per massimizzare il ROI. I costi contenuti dei micro-influencer e la loro permeabilità nel target di riferimento li rendono un investimento con un ritorno più facilmente misurabile. Come? Con codici personalizzati e link tracciabili. E con un’analisi dei dati certificati condivisi dagli stessi influencer.
Anche i creator – professionisti che condividono il proprio operato o si impegnano nella divulgazione di una materia specifica – stanno attraendo l’interesse delle aziende molto più che in passato. La tendenza trova riscontro altresì in una ricerca dell’ONIM (a cui siamo associati dal 2024): “il contenuto torna centrale e con esso la scelta delle figura da coinvolgere e delle attivazioni da realizzare, sempre più evolute”.
Le attività per cui vengono coinvolti influencer e creator sono principalmente il lancio di nuovi prodotti (51,4%), progetti creativi (43,2%), eventi (40,5%) e product placement (35,1%). Mentre l’obiettivo che riscuote maggiore successo è la brand awareness (nel 70,3% dei casi), seguito dall’incentivazione all’acquisto (nel 51,4% dei casi).
È evidente come le aziende e i brand siano diventati consapevoli della forza dell’influencer marketing nel raggiungere pubblici nuovi, obiettivo per cui i social sono i canali più adatti.
3. Crescerà anche l’uso degli User Generated Content
Foto e video pubblicati dagli utenti (UCG) restano in cima ai trend previsti per il 2024 e il 2025. Sono contenuti spontanei, non patinati, che abbattono le barriere di chi percepisce il contenuto sponsorizzato come “studiato” e non veritiero. Coinvolgere clienti affezionati, online e offline, è un’attività consolidata nei reparti marketing, sia per i bassi costi, sia per un maggior controllo dei contenuti, che limiterebbe disastri comunicativi alla Ferragni.
Un segmento in cui gli UGC sono diventati indispensabili sono le recensioni. La riprova sociale è una leva che attecchisce molto più di altre (come la scarsità). Si basa sulla fiducia verso persone che hanno già provato il prodotto o servizio, magari per bisogni sovrapponibili ai propri. La loro opinione ha un peso: secondo Capterra, “il 90% degli Italiani legge recensioni online prima di acquistare un prodotto o servizio”.
Nelle tue attività di influencer marketing tieni sempre in considerazione anche chi fa parte del tuo pubblico e non solo degli influencer o dei creator: supporterà la costruzione della fiducia verso la tua azienda e invoglierà più persone ad acquistare. Starà a te, poi, coltivare il rapporto con i clienti tramite le giuste strategie di customer retention.
Fonti:
https://www.capterra.it/blog/1808/studio-recensioni-online-clientihttps://www.onim.it/wp-content/uploads/2024/07/ONIM-Report-Brand-Marketer-2024-Free.pdf